Meteore
Tra le montagne del Pindo e degli
Hassia, dove la calma e fertile pianura della
Tessaglia confina con le prime alture di queste
montagne della Grecia centrale, sono situate le
Meteore.
Delle enormi rocce di colore scuro si innalzano
all'estremità della pianura tessalica,
creando un quadro grandioso e selvaggio, che fa
pensare a combattimenti di mitici giganti
Questo imponente fenomeno geologico, unico al
mondo, è stato studiato a più riprese
da geologi greci e stranieri, senza tuttavia che
essi siano potuti arrivare ad una conclusione
concorde per quanto riguarda l'origine di queste
rocce giganti. Sembra che la teoria più
vicina alla realtà sia quella del geologo
tedesco Philipson, venuto in Grecia verso la fine
del secolo scorso. A suo avviso queste enormi
masse di roccia sono state create da un conoide
di deiezione, cioè dai detriti (ciottoli
fluviali e pietre calcaree) depositati da un grande
fiume che, milioni di anni fa, si versava in un
golfo profondo nel mare che allora copriva la
Tessaglia.
Nel corso delle età geologiche questo deposito
si modificò in una massa solida e compatta
di conglomerato calcareo che fu quindi sottoposta
ad una intensa opera di dilavamento quando le
acque si ritirarono attraverso la valle di Tempe
nell' attuale Mare Egeo. Più tardi, durante
l'era terziaria, si formò il ripiegamento
alpino della catena del Pindo, provocando una
frattura tra queste rocce e formando tra loro
la valle del fiume Peneo.
Non si sa quando le Meteore siano state abitate
per la prima volta. Tutte le fonti scritte esistenti
risalgono ad epoche in cui la vita monastica era
già organizzata. Alcuni bizantinologi sostengono
che esistessero dei monaci organizzati in conven¬ti
già prima del secondo millennio d.C. Secondo
altri il primo asceta fu un certo Barnaba, che
nel 950- 970 fondò l'antichissimo convento
di S. Spirito. Il monastero della Trasfigurazione
fu fondato poco dopo da parte di un monaco cretese,
Andronico, intorno all'anno 1020, mentre nel 1160
altri eremiti fondarono il convento di Stagon
sulla roccia di Dupiani. Circa 200 anni dopo l'eremita
Varlaam fondò il monastero dei Tre le-rarchi
e di Tutti i Santi. Ancora più tardi sconosciuti
religiosi fondarono altri conventi: S. Trinità,
S. Stefano, Presentazione al Tempio, Russanos
o Arsanos, S. Giorgio di Mandila, S. Nicola Anapafsa,
Vergine di Mecani, Santi Teodori, S. Nicola di
Bantova, SS. Apostoli, S. Gregorio, S. Antonio,
Pantokrator, Santa Solitudine, S. Giovanni, Battista,
Ipsilotera o dei Calligrafi, S. Modesto, Alysis,
Apostolo Pietro, S. Demetrio, Callistrato, Arcangeli,
S. Giovanni di Bunila.
Questa città monastica si organizzò
nel corso dei tempi e fu sostenuta con numerosi
doni e privilegi da potenti famiglie cristiane.
Al culmine della sua prosperità, nel 17°
secolo, ospitò un numero veramente grande
di monaci e asceti. Successivamente la sua fortuna
declinò e oggi sono ancora in uso solo
i monasteri della Trasfigurazione, di Varlaam,
di S. Nicola Anapafsa, di Russano, della Santa
Trinità, di S. Stefano (e parti di uno
o due altri). I resti degli altri conventi una
volta esistenti sono completamente spariti.I primi
asceti scalavano le rocce delle Meteore per mezzo
di una serie di impalcature, che venivano sostenute
da travi fissate nella roccia. Questa sistemazione
(di cui si possono distinguere ancora le tracce)
fu rimpiazzata più tardi da lunghissime
e vertiginose scale di corda. Quelli che non osavano
servirsene venivano tirati su per mezzo di una
rete. La salita durava circa mezz'ora: mezz'ora
di angoscia e di terrore. La rete è ancora
usata per il trasporto degli alimenti e di altri
generi di prima necessità.
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