Il
Canale di Corinto
è un canale artificiale che collega il
Golfo di Corinto con il mar Egeo, tagliando in
due l'istmo di Corinto. Costruito tra il 1881
e il 1893, ha una lunghezza di 6.345 m.
La sua utilità è soprattutto quella
di risparmiare più di 400 km sulla rotta
tra il Mar Ionio e l'Egeo evitando il periplo
del Peloponneso. La sua più grossa limitazione
è la dimensione che non consente il transito
alle moderne navi transoceaniche.
In compenso è molto usato dalla navigazione
di diporto con un transito annuo stimato di 11.000
imbarcazioni.
L'idea originale di costruzione del canale si
può far risalire all'imperatore romano
Nerone verso l'anno 67, quando inviò sul
posto 6000 schiavi ad iniziare lo scavo; l'operazione
venne sospesa a causa della morte dell'imperatore
e il suo successore, Galba lo ritenne un progetto
troppo oneroso per dargli seguito
Epidauro
è una piccola città
greca dell'Argolide, conosciuta principalmente
per il suo santuario dedicato ad Asclepio e per
il suo teatro, ancora utilizzato al giorno d'oggi
per accogliere rappresentazioni teatrali.
È inserita nell'elenco dei patrimoni dell'umanità
dell'UNESCO.
Storia
Con Esculapio la medicina si
innalzò a scienza divina e vediamo che
l’apparizione del primo medico coincide
coincide con la prevalenza della religione sulla
medicina. Nel famoso Asclepio di Epidauro, trovano
rifugio molti ammalati provenienti da tutte
le regioni della Grecia e da altri Paesi del
mondo antico.
La cura si basava su metodi ipnotici, ma si
eseguivano anche interventi chirurgici. Furono
curate molte malattie che ancora oggi suscitano
l’ammirazione e lo stupore tra gli scienziati
– si citano casi di persone riportate
in vita dopo morte.
C’è un mistero intorno alla personalità,
agli studi medici ed alla capacità di
Esculapio. Gli studiosi hanno accertato che
visse durane il XIII sec. A.C. e che venne divinizzato
successivamente. Le leggende lo citano come
figlio di Apollo.
Il miglior edificio
conservato e ben restaurato della zona dell’antica
Epidauro è il teatro, opera dello scultore
ed architetto Policleto, che disegnò anche
il teatro circolare di Tolo. Il teatro è
famoso sin dall’antichità per l’armonia
delle sue linee e per la sua acustica perfetta.
Ha posti per 14.000 spettatori.
Nel piccolo museo
di Epidauro ci sono pezzi architettonici provenienti
da Tolo e dal tempio di Esculapio, le famose “medicine
(jamata) – collane con incisione che citano
le guarigioni – il famoso capitello corinthio
dello scultore Policlete, ornamenti architettonici
in ceramica e rappresentazioni degli edifici del
luogo sacro, opere scolpite negli anni classici
e Romani, oggetti di rame, strumenti chirurgici.
L’Antica
Tirino
è una città antichissima, abitata
già nel III millennio a.C. . Si può
capire l’importanza di questa città
dalla potenza e grandiosità delle mura
della sua acropoli come dai resti delle abitazioni.
Secondo la leggenda, per la costruzione dell’acropoli
furono inviati 7 Ciclopi di Likia. Si considerano
una loro opera le mura che circondano l’acropoli,
costruite con enormi massi di pietra irregolare
– alcuni pesanti 13 tonnellate.
Nell’acropoli di Tirino sono stati scoperti
i resti di un palazzo circolare del III millennio
a.C. , pezzi di mura del periodo mesoellenico
(2000 – 1600 a.C. ) con ricchi affreschi,
e parti di edifici.
Nafplion
è una gradevole cittadina del Peloponneso,la
sua prima denominazione fu Nauplia.fu L'antica
Nauplia prende tradizionalmente il nome da Nauplios,
eroe Argonauta figlio di Poseidone.
Qui cominciano molte delle vicende, poi elaborate
dal mito, che portarono alla guerra di Troia.
Alla base di tutto,l'espansionismo economico dell'Argolide
verso nuovi mercati nel Mar Nero (il viaggio degli
Argonauti) che veniva ostacolato dalla ricca città
di Troia. Di qui, la volontà di distruggere
questa città, situata in posizione strategica
all'imbocco dei Dardanelli, e dunque in grado
di bloccare i traffici verso il Mar Nero.
Nauplia fu conquistata nel 7°secolo a.C. da
Argo, ne divenne il porto. I Nauplioti furono
cacciati in Messenia. Nel 300 a.C. la città
fu fortificata con mura poligonali che esistono
ancora oggi. La città si spopolò
durante il periodo Romano.
Durante il periodo bizantino, Nauplia non fu mai
troppo importante, perchè veniva vista
come una città troppo soggetta ai potenziali
attacchi dei pirati, e non come una fonte di reddito.
Oggi
Nauplia è il centro agricolo, commerciale
ed industriale della regione. I suoi monumenti
sono il Castello Veneziano di Palamiti –
con la prigione dove venne rinchiuso Kolokotroni
- , il caratteristico Castello Veneziano Burgi,
al centro del porto, e molti edifici della città.
La Chiesa Bizantina di San Giorgio, costruita
nel 1619 con affreschi delle scuola italiana del
XVIII secolo e fra essi una copia della ”Ultima
Cena” di Leonardo da Vinci; la prima scuola
Greca che venne aperta nel 1832; La Chiesa del
Santo Spiridone; la chiesa cattolica della Metamorfosi
naa come monastero e trasformata in moschea dai
Turchi; il Palazzo del Parlamento e sulla strada
del rione Provvidenza (Pronia) si distingue, scolpito
nella roccia, il “Leone dei Bavaresi”
opera del 1840.
Importante il
Museo Archeologico di Nauplia (Piazza della Costituzione)
dove si possono ammirare importanti ritrovamenti
provenienti da scavi di grandi centri preistorici,
monumenti megalitici di Midea – una ricca
collezione di vasi, pezzi di affreschi e tavolette
con la scrittura “lineare B” provenienti
dal palazzo di Micene, utensili di rame, arnesi
ed armi.
Argo
importante centro commerciale dell’Argolide,
situato vicino all’Antica città.
Città che conobbe periodi di floridezza
economica ed artistica.
In altura vi è Larissa che domina la città,
vi sono i resti di un castello Pelagico con aggiunta
di modifiche Franche e Veneziane.
Nell’acropoli, dove vi era il tempio di
Giunone Acrea, si sono trovati resti di edifici
Bizantini. Su di una collina vicina sono stati
riportati alla luce restio di edifici del periodo
Miceneo. Unico nella sua costruzione il Teatro,
scavato nella rocciae un po’ più
in basso si possono ammirare i pavimenti in Mosaico
del conservatorio Romano.
Bellissima è la chiesa della Madonna dei
Vrachi.
Micene “Il viandante che attraversa il Peloponneso
dell’est, indirizzandosi verso il sud, dopo
aver superato i tetri varchi ed i fondovalle di
Nemea, vede dopo un po’ allargarsi davanti
a lui, ampio e luminoso, un grande campo fertile.
Sotto l’ampia cupola del cielo, fino ad
oggi profumata dall’afito dei timo, si spande
una vegetazione vigorosa. E’ un paese tranquillo
con terreno grasso e soffice, come carne succosa,
che si abbandona impassibile, per tutto l’anno
all’arcana gravidanza. Questa terra benedetta
è il campo Argolico”.
(A. Terzakis – “Principessa Isabo”)
Storia
I resti dell’antica Micene si trovano
su un’altura rocciosa. E’ una posizione
che domina sin dall’antichità le
strade per Fliunta, Nemea, Cleone e Corinto.
Secondo una tradizione antichissima, fondatore
della città fu il mitico Perso, figlio
di Zeus e Danae, che ritornando dall’Asia,
dopo una lunga permanenza obbligata, portò
con se i Ciclopi, che costruirono le imponenti
mura con enormi pietre.
Il periodo florido dei Micenei iniziò
dal XVI secolo e quando venne distrutta la civiltà
Minoica, i Micenei presero l’iniziativa
della vita economica e culturale del territorio
Greco creando un impero ed ampliando le loro
relazioni commerciali lungo tutto il Mediterraneo
fino al VI sec. A.C..
La dinastia dei Pelopidi (Atridi)sollevarono
Micene all’apogeo della potenza e della
gloria. Questi famosi e tragici Atridi –
ed in particolare Agamennone – ispirarono
i poeti e gli autori sia dell’antichità
che di epoche più recenti, con poemi
intorno alle loro vite inquiete.
Gli scavi hanno portato alla luce l’acropoli
di Micene, diverse tombe dentro e fuori le mura
della città.
Famosa la “Porta dei Leoni” (vedi
foto) con la rappresentazione scolpita delle
due leonesse in un enorme monolitico triangolare,
posato su un grande architrave anch’esso
monolitico. Le due leonesse affiancano una simbolica
colonna.
Nell’acropoli sono stati rinvenuti i resti
del cimitero reale dove, in un doppio recinto
circolare murato, furono trovate in totale 6
tombe di Re e membri della famiglia Reale con
preziosi ornamenti d’oro, d’argento,
di rame, di argilla e di bronzo, arnesi, armi
ed altri oggetti.
Nell’acropoli vi sono ancora i resti del
Palazzo Reale, di un luogo sacro, ecc. Ma ciò
che desta interesse è la larghezza della
mura, che nella maggior parte dei punti, misura
dai 3 ai 7 metri e nella sezione a nord arriva
ai 14 metri, con una uscita segreta sotterranea.
Impressionanti sono le grandi tombe a Tholos
trovate fuori dall’acropoli e l’ambiziosa
fantasia degli archeologi ha caratterizzato
tre delle tombe con dei nomi “Tesoro Atreo”
o “Tomba di Agamennone” , “Tomba
di Clitennestra”, “Tomba di Egisto”.
La ricchezza e la luminosità degli oggetti
personali trovati nelle tombe reali hanno contribuito
a denominare Micene “città d’oro”.